Isaias | Medici per i Diritti Umani

Isaias

Settembre 2015, Baobab

Isaias ha 25 anni, è eritreo ed è arrivato da tre giorni a Roma. Parla molto bene l’ inglese, “l’ho imparato a scuola, ma a 19 anni sono stato chiamato per fare il militare e ho dovuto lasciare gli studi”. Isaias ha fatto il militare per 6 anni, ma non sopportava l’idea di fare quella vita per sempre, in Eritrea infatti il servizio militare è a tempo indeterminato ed è il principale motivo di fuga delle persone. Così Isaias ha deciso di scappare definitivamente e di affrontare il viaggio per l’Europa.
Il suo viaggio è durato 4/5 mesi, di cui 2 passati in Sudan ad aspettare che arrivassero altri soldi da casa. Poi molte tappe in diverse macchine attraverso la Libia e la traversata del mare. Quando gli chiedo qual’è stato il passaggio più difficile del suo viaggio mi dice che è stata la permanenza in Sudan a causa del caldo torrido. Per molti migranti l’attraversamento del deserto rappresenta la parte più dolorosa del tragitto soprattuto a causa della mancanza di cibo e di acqua. In questo tratto di viaggio molte persone perdono la vita e i migranti sono testimoni della morte di altri migranti.
Isaias viene da Asmara e mi racconta della sua città, quanto sia grande e bella, quanto assomigli all’Italia, quanto gradevole sia il suo clima e quanto ci si vivrebbe bene.
Gli pesa molto aver lasciato la sua città e la sua famiglia. Ha 4 fratelli e 3 sorelle che sono andati quasi tutti via (Abu Dabi, Egitto, Gibuti); solo un fratello e una sorella sono rimasti ad Asmara con i genitori, ma pensa che se ne andranno anche loro perché “in Eritrea non c’è futuro, la vita costa enormemente rispetto ai salari e i ragazzi vengono trattenuti un tempo indefinito per la leva”.
Isaias è diretto in Svizzera dove ha uno zio e dei cugini, si aspetta di essere accolto e aiutato nella ricerca di un lavoro, ma soprattutto di riavere una famiglia.



Margherita, volontaria MEDU


Il centro policulturale Baobab è sito in via Cupa, 5 poco distante dalla Stazione Tiburtina di Roma. Dal Giugno 2015 il centro è diventata un centro di accoglienza informale per i tanti migranti in transito soprattuto di origine etiope o eritrea.