La storia di H.  | Medici per i Diritti Umani

La storia di H. 

H. è somalo, ha oltre 50 anni, arriva in italia e ottiene il permesso per protezione
sussidiaria nel dicembre 2008 a Ragusa. MEDU lo incontra in uno degli stabili occupati in città alla fine del 2011 e certifica lo stato di vittima di tortura con la sua equipe multidisciplinare. In seguito ai tre episodi di violenza di cui è stato vittima, H. ha riportato, tra le altre, una lesione alla gamba destra irreversibile, per cui la sua gamba è 5cm più corta dell’altra. Cerca di essere autonomo in alcune attività di base ma per il resto dei gesti quotidiani è inevitabilmente “sulle spalle” dei suoi coinquilini. Nel gennaio del 2012 MEDU decide insieme a H. di tentare un percorso di inserimento in struttura quale soggetto appartenente a categoria vulnerabile e, seguendo la procedura predisposta, segnala più volte il caso allo SPRAR centrale a Roma senza ricevere alcuna risposta. contemporaneamente MEDU fa svolgere ad H. un colloquio per l’inserimento nel centro polifunzionale a Firenze(paci), con l’assistenza dei suoi operatori e fornendo anche il mediatore culturale. Nonostante la palese gravità del caso, la risposta che si riceve è che il progetto in cui viene deciso impropriamente di destinarlo, progetto per vittime di tortura che riportano disagi soprattutto mentali, sta per concludersi (a fine giugno 2012) e vi è incertezza sul rinnovo del finanziamento, per cui non avrebbe senso inserirlo. Questo accade a marzo 2012 e non si comprende perché H., che ha fatto il colloquio per il centro polifunzionale si ritrova destinato a un progetto diverso, senza fondamento di merito (H. non ha disturbi mentali ma una disabilità fisica) e comunque messo in attesa indeterminata benché il progetto termini dopo oltre tre mesi. A giugno 2012 H. si reca al centro polifunzionale per tentare di nuovo un inserimento e scopre che, nonostante il suo precedente colloquio presso quella struttura abbia di fatto riconosciuto le sue vulnerabilità, il suo nome non è stato mai inserito nella lista d’attesa del centro.
Questo è ben più grave se si considera che H. appartiene per definizione a ben due delle categorie vulnerabili previste dalla normativa europea (vittima di violenza internazionale e portatore di handicap) aventi diritto a percorsi addirittura preferenziali nell’accesso alle strutture di accoglienza.
Durante l’attesa H. ha dovuto far fronte anche alla scadenza del suo permesso di soggiorno. La richiesta del rinnovo dovrebbe essere inoltrata alla questura emittente il permesso in scadenza, a meno di avere già residenza altrove, ma H. ormai sta a Firenze e non può tornare a Ragusa. Così chiede il rinnovo del permesso alla questura di Firenze, che lo mette in sospensione perché H. non ha la residenza a Firenze, visto che il comune non gli permette di esercitare il suo diritto all’iscrizione anagrafica con l’argomentazione che H. abita in un edificio occupato. la vicenda del rinnovo viene tristemente conclusa per generosità di altri privati.
Fino ad ottobre 2012 MEDU ha continuato a colloquiare con tutti i soggetti di riferimento senza riuscire a trovare un posto per H. il quale, solo dopo 11 mesi di attesa, a gennaio 2013 viene inserito in un progetto. le situazioni rispondenti a diritti individuali riconosciuti si sono raramente verificate ed è stata solo la benevolenza di alcune persone che ha permesso ad H. di continuare il suo progetto migratorio.